Sunday, February 12, 2006

PETROLIO ECONOMIA E GUERRA

CIAO

Petrolio, economia e guerra vanno a braccetto e condizionano la nostra vita prepotentemente.

E' per il petrolio e gas che abbiamo il conflitto con il mondo islamico che arriva anche nei nostri paesi attraverso il terrorismo.

Il petrolio ed il gas condizionano la nostra economia perchè il cambio del loro prezzo incidono sul costo delle merci che produciamo perchè:
-è materia prima (farmaci, tessuti artificiali, plastica, vernici,ecc... ),
-serve a produrre l'energia che rientra nel processo produttivo ma anche nelle nostre case,
-è usato per i nostri mezzi di trasporto.

Noi occidentali ce ne impadroniamo da decenni attraverso le nostre compagnie petrolifere e manteniamo in quei paesi dei governi che fanno il nostro gioco con ristrette gerarchie locali in forma monarchica o repubblicana, ma sempre dittatoriale che non si curano dei loro popoli,ma li tengono nell'ignoranza ed in uno stato di polizia duro e severo.

Quando si instaurano governi integralisti a noi contrari ,risolviamo il problema:
- con invasioni (Iraq),
- facendo scatenare guerre civili (Algeria e Nigeria)
- o tentativi di golpe (Venezuela).

I grandi beneficiari del petrolio e gas non sono:
- nè i popoli dei paesi produttori che continuano a vivere in miseria,
- nè i paesi importatori e consumatori che pagano la benzina, l'elettricità ed il gasolio a prezzi alti al limite della sopportazione,
ma le gerarchie dittatoriali dei paesi produttori che vivono nel lusso più sfrenato
e le compagnie petrolifere occidentali che fanno utili strepitosi e sono in testa nelle graduatorie per capitalizzazione di borsa.

Come se ciò non bastasse gran parte delle popolazioni povere dei paesi produttori e dei paesi limitrofi ,che potrebbero benefciare delle loro ricchezze, sono costrette ad emigrare nel mondo occidentale destabilizzandolo e creando problemi di ogni sorta che nessuno si preoccupa dio risolvere, venendo scaricati sulle popolazioni dei paesi invasi.

Inoltre questi popoli, non trovando soluzione ai loro problemi, finiscono per appoggiarsi alle frange più estremiste
costituite da partiti e movimenti politici (Fis in Algeria, Hamas in Palestina, Ayatollah in Iran) o addirittura a fanatiche e violenti organizzazioni militari terroristiche, la più famosa delle quali è Al Qaeda, ma ce ne sono tante altre, in quasi tutti i paesi islamici.

Anzichè risolvere il problema ed i pericoli, questi vengono esasperati da interventi errati e pretestuosi (invasione dell' Iraq) che trasformano un paese malridotto ma laico in una fucina di terroristi dato che la popolazione locale mal sopporta la grave situazione economica e politica oltre all'invasione stessa.

Sicchè la liberazione dal dittatore Saddam Hussein ha peggiorato la situazione locale, i prezzi del petrolio sono schizzati in alto e siamo tutti a rischio di attentati.

Le compagnie petrolifere stanno facendo guadagni colossali e sono ben rappresentate nelle più alte dirigenze politiche (Bush, Cheney) e determinano le politiche nazionali, alla faccia delle popolazioni che devono solo pagare di più e sorbirsi in silenzio il pericolo della guerra e del terrorismo.

Ora c'è il coinvolgimento di uno Stato ricco di petrolio e gas (l'Iran) che vuole a tutti i costi le armi nucleari per proteggersi da un'eventuale attacco occidentale, ma anche per attaccare Israele.

Come finirà? Una nuova invasione? Guerra fredda, sanzioni, nuovo terrorismo iraniano?
Bloccheranno le forniture facendo schizzare il prezzo del barile a 100 dollari, strozzando le economie occidentali e non solo?

Come se ne esce?

Difficile ma non impossibile:

- bisogna cambiare le classi dirigenti mosse dalle compagnie petrolifere
- portare la democrazia e libertà nei paesi produttori
- aumentare a dismisura la produzione di energia da fonti rinnovabili
(eolico, biomasse,fotovoltaico, solare,geotermico)riducendo così la dipendenza dal petrolio
- produrre auto ad etanolo e colza da coltivare a tale uso
- consumare di meno ed evitare gli sprechi

E' assurdo consumare il petrolio e gas in questo modo, considerando che a questi ritmi finiranno fra 50 anni e che ci mancherà come materia prima per produrre un sacco di beni indispensabili.

E' assurdo che i paesi ricchi consumino da soli il 70% del petrolio e gas ed i rimanenti paesi con molti più abitanti solo il 30% e che gli USA con il 4% della popolazione mondiale, consumi da sola il 22% perchè gli americani stanno sempre con l'aria condizionata a manetta e girano nei gipponi che consumano l'iradiddio.

Corriamo il rischio di essere ricattati da paesi islamici estremisti come l'Iran che possono mettere in crisi le nostre economie chiudendo i rubinetti del loro petrolio e gas.

Gli USA hanno speso finora circa 150 miliardi di dollari per la guerra in Iraq
(120.000 dollari al minuto)
e non riescono tuttora ad usare il petrolio iracheno, come non riusciranno ad usare quello iraniano in caso di attacco a quel paese, dato che è abitato da 70 milioni di abitanti, pronti a difendersi ed a scatenare i terroristi che nascerebbero come funghi, in giro per i nostri paesi.

L'opzione guerra sarebbe un nuovo business per Bush e soci, come lo è ora in Iraq, perchè dietro ci sono le compagnie produttrici di armi della California o dei servizi legati alla guerra in mano a compagnie amiche e sostenitrici della sua campagna elettorale.

Corriamo rischi di guerra, terrorismo e crisi economica solo per far guadagnare le compagnie petrolifere e produttrici di armi e affini.

Bisogna spezzare questa catena prima che sia troppo tardi

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