Saturday, February 18, 2006

LEGA E ISLAM

Ciao

sui TRISTI MA NON SOPRENDENTI FATTI DI BENGASI se la stanno tutti prendendo con colui che li avrebbe provocati (il ministro della Lega Roberto Calderoli) ma, come al solito, non si va al nocciolo del problema che è L'INTOLLERANZA E ODIO DEGLI ISLAMICI NEI CONFRONTI DELL' OCCIDENTE che questa provocazione del ministro ha cercato inutilmente di evidenziare, provocando purtroppo dei morti.
Bisognerebbe ricordarsi anche delle 4.000 vittime delle twin towers !
E delle loro vignette nei confronti delle altre religioni.
SI STA CALANDO LE BRAGHE PER PAURA COME QUANDO ANDO' AL POTERE HITLER

Sarebbe bello se ognuno potesse ragionare e giudicare con la propria testa e non con l'impeto degli avvenimenti ed i soliti media bugiardi e sconclusionati.

QUESTO NON SIGNIFICA CHE IO CONDIVIDA LA PROVOCAZIONE

in questo momento non era opportuna, ma, prima o dopo e sarebbe meglio prima

SE NE DEVE PARLARE E PRENDERE LE OPPORTUNE MISURE
ANZICHE' SOLAMENTE CALARE LE BRAGHE!

Intanto loro continuano ad arrivare e invaderci, giorno dopo giorno!

PER GIUDICARE MEGLIO VI POSTO L'INTERVISTA DI CALDEROLI

" Mi dispiace per le vittime. Ma qui è in gioco la civiltà occidentale.
Non possiamo continuare a tacere subendo i loro ricatti. No, io non ci sto".

"Anche perché qualsiasi altra cosa significherebbe cedere al ricatto, accettare la loro impostazione del problema".

"A me può anche dispiacere per le vittime. Ma quel che è successo in Libia non c'entra niente con la mia maglietta. La questione è un'altra".

"È in gioco la civiltà occidentale. Bisogna allora che ci si chiarisca: da anni ormai subiamo minacce, subiamo il terrorismo e nessuno dice che ci vorrebbe almeno il rispetto reciproco.
Io considero doveroso il dialogo, ma non accetto che vengano strumentalizzati dei disegnetti". Di certo io non cambio idea. Gli islamici si lamentano delle vignette, ma nessuno si lamenta delle vignette sul Papa".

"Su alcuni giornali arabi ho visto delle vignette a dir poco blasfeme sul Papa e nessuno ha protestato. Né tra i musulmani né tra i cattolici".
"Io ce l'ho con tutte le forme di fanatismo. Mi auguro che anche tra di loro ci sia qualche moderato. Qualcuno che non condivida il fondamentalismo e l'integralismo".

Sembra che la responsabilità non sia di chi da lo schiaffo, ma di chi ci mette la guancia.
Io considero inopportune tutte le forme di offesa delle religioni. Tutte però, non solo di una religione. E comunque la protesta non può essere questa".

Ecco, io difendo la nostra civiltà. Mi associo a tutto quello che ha detto e scritto Oriana Fallaci".

" Il mio è un impegno contro chi vuole usurpare la civiltà occidentale.
Io non voglio cedere ai ricatti che ormai vanno avanti dal 2001, da quando hanno buttato giù le Twin towers. Chi non si allinea non può stare tranquillo. Ma vi pare normale?"

"Ripeto: qui è in gioco la democrazia. Voglio far notare che il figlio di Gheddafi solo pochi giorni fa su un giornale tedesco ci ha detto che l'Islam governerà tutta l'Europa.
È una cosa che mette paura e infatti ho ricevuto la solidarietà di molti".

L'ATTACO DI BENGASI ERA GIA' DECISO DA GHEDDAFI

A dimostrazione della premeditazione libica ecco uno stralcio di quanto scrive oggi
Magdi Allam, vicedirettore del Corriere della Sera, italo-egiziano:

E' stato un attacco preannunciato contro il nostro consolato a Bengasi.
Erano giorni che Gheddafi aizzava la piazza contro Calderoli colpevole di aver promosso una «nuova crociata contro l'Islam».
Ma anche contro l'Italia perché «non vuole chiudere con il passato fascista».

C'era da attenderselo che l'Italia avrebbe finito per pagare proprio con la Libia il suo conto nella vicenda delle vignette blasfeme.
L'ex colonia è una spina nel fianco da quando nel 1970 Gheddafi espulse in massa i ventimila italiani che vi risiedevano da generazioni, sequestrando tutte le loro proprietà.

Ieri la televisione libica ha dato ampio risalto al discorso fatto dal presidente del Congresso generale del popolo (il Parlamento), prima dell'attacco al nostro consolato, in cui ha tuonato: «Dobbiamo riaprire il dossier con l'Italia. Il Congresso chiede la rottura delle relazioni con l'Italia.
E' arrivata l'ora in cui è il popolo che deve agire contro le vignette che irridono il nostro profeta e contro il ministro delle Riforme italiano che ha lanciato una nuova crociata contro l'Islam».

Chi è stato in Libia sa bene che nessuno si sognerebbe mai di sfilare in corteo e tantomeno di attaccare una sede diplomatica se non glielo ordina il regime.

Le poche immagini trasmesse enfatizzano una rara collera diffusa tra le migliaia di persone che hanno manifestato a Bengasi, urlando «con il sangue, con lo spirito, ci sacrificheremo per te oMohammad(Maometto) ».

Che il presidente del Parlamento libico abbia strumentalizzato l'atteggiamento di Calderoli appare evidente dalle sue dichiarazioni: «Il ministro italiano ha chiesto al Papa di indire una nuova crociata contro l'Islam, vuole usare la forza contro l'Islam.
Vogliono innalzare la croce nella terra dell'Islam. Noi diciamo no. "

CHI SI SOGNA DI PORTARE LA CROCE NEI PAESI ISLAMICI?
SONO INVECE LORO CHE VOGLIONO PORTARE LA MEZZA LUNA DA NOI
E CI STANNO RIUSCENDO GRAZIE ALLA NOSTRA PASSIVITA' E VIGLIACCHERIA

Si tratta di un annoso contenzioso che Gheddafi fa riemergere a piacimento per usarlo come clava quando decide di infierire contro l'Italia.
Aumentando ogni volta la posta, anche se per il nostro Paese quel contenzioso è chiuso. A ottobre di ogni anno Gheddafi celebra la «Giornata della vendetta» contro l'Italia, un giorno di lutto in cui si rievocano le atrocità della guerra fascista per mantenere vivo l'odio e il risentimento nei confronti degli italiani.
Anche se poi la Libia e l'Italia hanno uno stretto e intenso rapporto economico e commerciale, in cui la parte del leone la fanno le esportazioni di petrolio e gas libico.
E' in questo contesto di per sé problematico, nonostante l'intenso lavoro diplomatico svolto dal ministro dell'Interno Pisanu per contenere il flusso dei clandestini, che è esploso il caso Calderoli sfociato nell'attacco mortale contro il nostro consolato.
Non tenerne conto sarebbe fuorviante.
L'esplosione di violenza era già stata decisa.
Gheddafi attendeva solo il pretesto. Calderoli glielo ha offerto.

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