Sunday, February 05, 2006

ENERGIA/ PETROLIO-ASSICURAZIONI/BANCHE

Ciao
ripubblico due dei miei primi articoli che ritengo degni di attenzione
per quanti si fossero messi a leggere il mio blog solo da poco
Ho solo fatto delle aggiunte dovute agli ultimi sviluppi in materia

ENERGIA E PETROLIO

Da decenni è in atto una guerra fra le potenze mondiali per impadronirsi delle ricche riserve di petrolio e gas non solo del Golfo Arabico, Iraq, Iran ma anche le nuove cospicue del Mar Caspio delle ex repubbliche sovietiche.

Inoltre assistiamo a movimenti strani, guerre civili, tentativi di golpe in altri paesi produttori come il Venezuela e la Nigeria produttori minori di petrolio, ma importanti fornitori USA.

Ne hanno fatto le spese anche i paesi attraverso i quali devono passare gli oleodotti (GUARDA CASO)come la Cecenia, il Kossovo, l’Afghanistan ed il Pakistan.

I consumatori sono costretti a pagare la benzina alle pompe, il gas da riscaldamento ed il gasolio a prezzi sempre più alti.

I protagonisti anche politici sono a volte ex petrolieri (Bush, la famiglia Bin Laden) o costruttori di pipeline (il vice presidente americano Dick Cheney con la sua Haliburton)
ma anche Putin che oramai è il petroliere più importante dopo essersi impossessato della Gazprom (grossa compagnia prec.finita in mano ad oligarchi mafiosi russsi) e indirettamente lui, si, proprio lui, Silvio che i maligni dicono entrante con prestanome (uno dei suoi ex collaboratori) nel nuovo business, ma sono solo malignità comuniste!

Se passiamo alle vicende nostrane dobbiamo occuparci di due grosse società: l’ENI e l’ENEL ancora per poco controllate dallo Stato italiano che con una serie di collocazioni azionarie sta cedendo la proprietà ai mercati azionari.

L’ENI è una potenza industriale, economica e finanziaria che produce da sola più del 50% dei dividendi azionari della Borsa italiana.
Dietro gli alloggi dei nostri soldati di Nassirya ci sono i pozzi petroliferi controllati dall’ENI e c'è forse il vecchio referendum contro il nucleare, ma ci sono soprattutto i 7 miliardi netti di euro guadagnati nel 2004 che sicuramente saranno molti di più nel 2005.

E' scandoloso il prezzo che i consumatori italiani, comprese le aziende industriali, pagano per le bollette elettriche, fra le più care al mondoe naturalmente per la benzina , il gasolio ed il gas.
Mentre gli altri paesi occidentali si sono in gran parte affrancati dal petrolio e gas per la produzione dell’energia elettrica, puntando al nucleare come la Francia ed il Giappone o ad un misto come la Germania che usa anche tanto carbone, l’Italia è petrolio e gas dipendente come nessun paese al mondo ed i prezzi in salita, causa le note vicende internazionali e la guerra in Iraq, vanno a ripercuotersi particolarmente su di noi.

Per la benzina ed i trasporti siamo penalizzati tutti ugualmente, ma mentre gli americani si ritrovano i prezzi alla pompa aumentati del prezzo internazionale più IVA , noi ci troviamo quello più il 75% di tasse, Iva, accise varie, addizionali, ecc....

A questo punto hanno ragione gli arabi se affermano che ci vendono il petrolio a prezzi bassi.

Se noi ci mettiamo tante tasse sopra e la gente continua a comprare ugualmente, vuol dire che il loro prezzo è ancora basso.

Considerata l'inflazione di tutti questi anni inoltre, il prezzo,a parità di potere di acquisto non è infatti aumentato.

Bisogna detassare il prezzo della benzina alle pompe come negli USA!

E' un prezzo che influisce sull'inflazione dato che determina il costo dei trasporti non solo privati ma delle merci, considerato che nel nostro paese il trasporto ferroviario delle merci è poco importante e le merci viaggiano tutte sui TIR di cui le nostre autostrade sono pericolosamente piene, autostrade costruite negli anni 50/60 per la FIAT di Agnelli e poi lasciate andare, poche e insufficienti alla famiglia Benetton.

Bisogna rimediare al disastro delle nostre ferrovie anche da questo punto di vista!
L’ENEL aveva quasi il monopolio elettrico nel nostro paese.
Per obbligo della Comunità Europea ha dovuto cedere parte delle sue centrali e quote del mercato ad altri competitors quali l’Edison di comproprietà EDF (l’Enel francese) e della municipalizzata milanese AEM.
Altre municipalizzate si stanno unendo (Trieste e Padova, Torino e Genova, ecc..) per competere con l’ENEL.. L’ENEL aveva puntato alla multiutility cioè alla telefonia (WIND), gas e acqua, spendendo tanti soldi ed alla fine rinunciando per tornare al core business.
Per rimediare sta cercando di entrare in altri mercati con dubbie prospettive.
I francesi sono stati molto più furbi di noi, ma cìè da dubitarne? Va sempre così!

Noi paghiamo con il caro bolletta tutti questi errori e siamo terra di conquista (la EDF francese è azionista al 50% dell'Edison, seconda compagnia elettrica del paese mentre anche la Gazprom sta studiando con certi amici di entrare a vendere la sua energia direttamente al consumatore italiano.

C'è una storia incredibile a questo riguardo:
Il Kazahstan ad esempio produce gas e petrolio e lo vende supponiamo a 5.
I russi, padroni degli oleodotti pagano 5 e lo rivendono a 30 agli europei, per esempio l'ENI.
L'ENI trasforma e rivende alle municipalizzate a 60 e queste a noi a 120.
E' la stessa storia della frutta e verdura.
Chi produce non incassa niente, chi consuma strapaga ed in mezzo i furbi a guadagnare!
Ecco perch' la Gazprom vuol entrare in Italia per incassare di più ed evitare i parassiti in mezzo!
Mentre i francesi dell’EDF sono rimasti monopolisti ,in barba alle leggi europee e si sono allargati anche nel nostro paese (Edison al 50%), la nostra ENEL è diventata sempre più piccola e debole.
Ha dovuto vendere parte delle sue centrali e deve fronteggiare la concorrenza dell'Edison con i francesi alle spalle e le municipalizzate sempre più agguerrite.

Inoltre è costretta a importare energia elettrica dai paesi confinanti, Francia in testa che produce energia a costi molto più bassi dato che il 70% proviene dalle centrali nucleari.

Noi abbiamo rinunciato al nucleare dopo le battaglie referendarie degli anni 80 che ci hanno escluso da questa produzione, senza escluderci dal rischio, dato che ci sono centrali nucleari vicine al nostro paese in tutti i paesi confinanti dalla Slovenia alla Francia.

Questa è la triste storia della politica energetica italiana che ci mette a repentaglio più degli altri ai continui ricatti dei paesi produttori nei confronti dei quali siamo completamente scoperti a differenza degli altri paesi occidentali nostri concorrenti, quindi favoriti e pure di molti altri che lo stanno diventando, grazie alla mancanza di una politica economica seria e programmata.
In più adesso rischiamo di restare al freddo perchè i russi hanno un inverno particolarmente gelato, gli ucraini rubano dagli oleodotti e noi comunque vada dovremo pagare molto di più, amicizia con Putin inclusa.
Vi immaginate se fosse nostro nemico?



ASSICURAZIONI E BANCHE

Gli scandali legati alla Banca Popolare di Lodi, ora Banca Popolare Italiana di Fiorani con l’assalto alla Banca Antonveneta, contesa e aggiudicata alla fine alla banca olandese ABN-AMRO ed il tentativo dell’Unipol di Consorte di impadronirsi della BNL, stanno mettendo in luce da mesi gli strani intrecci economico/finanziari e politici di questo paese.

Il governatore della Banca d’Italia Fazio, alla fine dimessosi a furor di popolo, è stato al centro di queste manovre di cui tanto si parla e si polemizza nella odierna campagna elettorale nella quale il Capo del Governo sta cercando di screditare la sinistra per recuperare voti e rivincere le prossime elezioni politiche di Aprile.

C’è stato il concerto dei “furbetti del quartierino” con gli immobiliaristi in primo piano: Ricucci, Caltagirone e altri,ma anche il solito bresciano Gnutti che con la sua Hopa era già divenuto celebre e ricco ai tempi della madre delle scalate alla Olivetti/Telecom Italia condotta in compagnia di Colannino e gli amici bresciani, tutti resi ricchi dopo la vendita a Tronchetti Provera e alla famiglia Benetton con la benedizione dell’allora Capo del Governo, il Sig Dalema.

Il povero (per modo di dire) Gnutti pare ne stia uscendo con le ossa rotte, tanto è vero che è costretto a vendere la sua partecipazione in Telecom agli altri due maggiori azionisti.

Il buon Tronchetti Provera si è accorto a distanza di anni di esser stato preso in giro da alcuni dei suoi stessi soci e anche che hanno cercato di farlo fuori, così si stà vendicando cercando di espellere Gnutti ed i bresciani dalla finanziaria Olimpia che detiene il 18% di Telecom.
Il problema è che dentro ci sono anche alcune banche e che ci vogliono parecchi soldi per togliersi il sassolino dalle scarpe.
Con l'aiuto delle banche che non possono permettersi di farlo fallire, le più grosse sono azioniste di riferimento anche se sono scese nella loro partecipazione dopo la fusione con TIM,
il nostro campione nazionale riuscirà a liberarsi dei bresciani, ma ahimè sarà ancora più indebitato proprio nel momento in cui milioni di clienti lo stanno lasciando per approdare a concorrenti più convenienti.
Inoltre deve spendere cifre colossali per la tv digitale.
Insomma è a rischio di scalata: le banche d'affari internazionali stanno studiando il dossier Pirelli/Telecom e i concorrenti più aguerriti (Telefonica, Deutsche Telecom, Hutchinson Wampoa quelli della 3 per intendersi) stanno per farci il pensierino.
Ne vedremo delle belle.
Intanto il nostro eroe è costretto a vendere le partecipate sudamericane e ritirarsi sul suolo patrio.
Male che gli vada gli restano i soldi per godertela assieme ad Afef e forse per continuare a gestire un impero (solo nazionale) e pieno di debiti.

In generale il vecchio capitalismo italiano, composto perlopiù dalle ricche e decadenti famiglie (Agnelli in testa) da decenni tiraneggiato, ma anche sostenuto dal vecchio Cuccia nel salotto buono di Mediobanca, ha lasciato il posto prima ai nuovi ricchi De Benedetti e Gardini, caduti in disgrazia o spariti, poi ai più recenti padroni d'Italia Benetton, Tronchetti Provera, Del Vecchio, De Agostini, Della Valle, ecc…

Gran parte di questi signori hanno fatto i loro affari grazie ai soldi delle banche amiche.
Un tempo Cuccia li sosteneva e comandava. Quando gli si sono ribellati, prima di morire, il vecchio si è vendicato, alleandosi con i nuovi ricchi bresciani, soffiando la Telecom agli Agnelli che pretendevano di controllarla con pochissimi soldi investiti, d'accordo con Dalema.

Insomma è in atto da decenni una lotta tra il vecchio e il nuovo capitalismo italiano, incluso quello delle sinistre legate alle cooperative rosse ed all'Unipol, con le banche di mezzo prima impersonate da Cuccia ora da grandi e piccole banche italiane e pure da grosse banche straniere che, in tutte queste vicende, sostengono ora l’uno ora l’altro, con l’intento di guadagnare grosse commissioni e interessi.

Dato che pochi possiedono i grossi capitali necessari a conquistare una grande società e comunque se li hanno preferiscono non rischiarli, hanno tutti bisogno di usare i capitali a prestito presi dalle banche.

Ecco perché c'è una lotta accanita a impadronirsi delle banche o ad esserne amici.
Così pure la sinistra, padrona di fatto dell’Unipol, tramite le Cooperative rosse e la Banca Monte dei Paschi di Siena, in mano alla Fondazione gestita dall’omonimo Comune rosso da sempre amministrato dalla sinistra, ha cercato di ingrandire il suo potere finanziario conquistando la BNL.
Purtroppo le vicende hanno portato alla luce fatti poco edificanti e anche la consapevolezza che il piccolo (Unipol, BPI) non può sempre mangiarsi il grande (BNL, Antonveneta).

Adesso sono arrivati i grandi, ma non sono dei nostri.
Sono stranieri sia la olandese ABN-AMRO che la francese BNP-PARIBAS che sorpresa finale s
i aggiudicherà la BNL al posto dei rinunciatari spagnoli della BBVA.
Insomma fra i due litiganti, il terzo gode.
Forse ci perdiamo noi tutti italiani, avendo ceduto due gorsse banche allo straniero.
Speriamo almeno che ne usufruiscano tutti i clienti italiani che forse avranno finalmente più concorrenza e quindi prestiti più facili, interessi e commissioni più basse.
A meno che gli stranieri considerino l'Italia solo come un paese di conquista e si accodino al cartello di fatto.
Vedremo, nel frattempo non ci resta che sospirare, giustizia è fatta, fregatura in arrivo!
Per riuscirci si è affidata al suo amm.delegato Sig.Consorte che, come si stà scoprendo giorno dopo giorno, ha usato tutti i mezzi leciti e non per raggiungere l’obiettivo, arricchendosi personalmente con tanto di conti segreti all’estero che stanno venendo alla luce e probabilmente impoverendo la medesima Unipol ed i suoi azionisti.

La cosa è ancor più evidente nel caso della Banca Popolare di Lodi dove, oltre a manovre poco chiare per la conquista di altre banche come la Banca Popolare di Crema, a perderci sono stati i clienti della banca stessa, caricati di commissioni e spese, non solo per far fronte alle varie scalate ma anche per arricchire i grossi clienti amici e alleati.

Tutte queste manovre hanno comportato astute ingegnerie finanziarie, ma anche strumenti proibiti e illegali (inside trading, concerto finaziario, affermazioni ingannevoli al mercato per far salire il corso delle azioni in gioco)che nei paesi normali vengono puniti con 20 di galera e multe salatissime mentre da noi, se pochi giudici attenti e cocciuti non si mettono di mezzo (come fortunatamente stà avvenendo) se la passano tutti liscia e vengono addirittura osannati dai media come nuovi eroi di successo.

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