Sunday, March 12, 2006

LI HO VISTI TUTTI

Ciao
ben ritrovati dopo dieci giorni di pausa.
Non sono partito per una vacanza, la farò tra un mese circa e non so ancora dove andrò.
Mi son preso una pausa e sono andato a vedere un sacco di film: quasi uno al giorno.
Il cinema è sempre stata una mia passione e continua ad esserlo.
Sono stato coinvolto più del solito dalla premiazione degli Oscar che ho visto su Sky ed ho voluto andare a vedere i film che mi mancavano.

Ci sono vari film discreti, ma nessuno eccellente, nemmeno l'ultimo visto che ha vinto:CRASH.
Tratta il razzismo,l'intolleranza, un problema sentito negli USA, meno da noi anche se con la massiccia immigrazione sta montando pian piano.
Son riuscito a digerire il film solo alla fine e dire con un certo sollievo: si, non è male.
Ma che sofferenza per gran parte del tempo: numerosi episodi brevi e slegati che esasperano perchè non capisci dove vanno a parare e solo alla fine si concludono tutti assieme e alcuni si intrecciano.
Vien fuori che il poliziotto razzista bianco (interpretato da un ottimo invecchiato Matt Dillon)salva una nera (dopo averla maltrattata in un altro episodio)a rischio della propria vita e invece il perfetto poliziotto bianco ammazza un giovane delinquente nero (fratello del capopoliziotto onesto nero).
Tutti ce la prendiamo con il diverso quando ne subiamo un danno e dimentichiamo subito i nostri principi.
Fa meditare ed è ben interpretato, ma che sofferenza!

Ho visto anche Capote e devo dire che il protagonista Philip Seymour Hoffman ha meritato l'oscar per la miglior interpretazione maschile anche se il film mi è piaciuto poco.
Truman Capote considerato uno dei maggiori scrittori americani dell'ultima generazione era certamente un personaggio eccentrico e gay, ma la storia della sua sbandata per due assassini brutali che finiscono impiccati dopo anni di detenzione e l'amicizia con lo scrittore, mi sembra alquanto banale.
Altrettanto magistrale è l'interpretazione da parte di Joaquim Phoenix di John Cash nel film Walk the line, ma il premio è andato all'interprete femminile Reese Witherspoon quella che abbiamo visto in un paio di film a fare l'oca giuliva, tutta vestita di rosa, ma che poi si è laureata avvocato ed ha vinto cause di prestigio.
Bravina nella parte dell'ultima moglie del grande cantante di musica country, ma lui invece è grandissimo e stona alla fine constatare che il premio va a lei.
Il film è ben fatto e ricorda quello sulla vita di Ray Charles che aveva procurato l'anno scorso il premio al suo interprete Jamie Foxx.
Anche Johnny Depp è stato grande nel film The Libertine che per i miei gusti è troppo scurrile,
la sotria del conte di Rochester, primo punk della storia.
Grande anche l'interpretazione di entrambi i protagonisti del bel film The constant gardener che raccomando a chi è appassionato di grandi storie d'amore e di ideali combattuti fino all'estremo.
Il film denuncia le porcate delle compagnie farmaceutiche, vere multinazionali malefiche che curano solo per guadagnare e fanno morire cavie innocenti del terzo mondo per le loro sperimentazioni con la complicità dei corrotti politici locali.
Povera Africa! Dovrebbero tagliare le teste di questi personaggi squallidi invece di ammazzarsi fra di loro!

Un altro bel film africano è Tsotsie, miglior film straniero, ben fatto.
Mi ha fatto passare la voglia di visitare il Sud Africa, considerando i rischi che si corrono in quel paese di venir aggrediti e ammazzati per pochi soldi da parte dei disgraziati adolescenti abbandonati da bambini e diventati violenti e assassini da grandi per poter sopravvivere in una società violente e disperata dove pochi si salvano e la gran parte vivono di violenze.
Tsotsie è uno di questi che però qualcosa in lui si rimpe quando trova un bambino nell'ennesima auto rubata e ne diventa amorevole padre per consegnarlo alla fine alla legittima famiglia, dopo aver attraversato una crisi profonda che gli fa ricordare il suo passato e mettere in discussione il senso di quel vivere violento. Bel film, da vedere.

Un altro film drammatico e ben fatto è La terra di Sergio Rubini.
Questa volta si parla della violenza del nostro sud fra 4 fratelli molto diversi che hanno in comune la casa padronale e la terra da conservare o vendere al prepotente di turno.
Vengono alla luce la corruzione del nostro Sud, mafie e politica connesse, ma anche il vincolo del sangue per il quale si è disposti a tutto anche a rinunciare alla propria tranquillità.
Ben interpretato e diretto, un po pesante, Rubini cresce di film in film e mi aspetto grandi cose da lui.

Per chi vuol rilassarsi consiglio invece: Dick & Jane, veramente spassoso con l'esilarante Jim Carrey, ma anche interessante perchè affronta con ironia il problema di coloro che perdono il posto di lavoro nel mondo crudele ee effimero delle dot companies e si riducono in miseria dopo una vita di agi.
La coppia addirittura diventa rapinatrice e si ride tanto, Carrey è geniale e non stanca ancora.

L'altro piacevole e rilassante film è l'ultimo appena uscito e tanto reclamizzato "IL MIO MIGLIOR NEMICO" di Carlo Verdone che è tornato indietro, a mio parere.
Verdone alterna un buon film ad uno discreto. Questo è simpatico e rilassante, ma niente più.
Per famiglie e ragazzi spensierati e ragazze spasimanti del bel ma anche bravo e simpatico Muccino. Quanta pubblicità di prodotti nel film stesso! Ma non è reato?

Degli altri visti ne ho parlato in post precedenti per chi fosse interessato:
-Match Point che ora rivaluto dopo aver visto gli altri, la gran parte inferiori
-Orgoglio e Pregiudizio, che noia mortale, ma bei costumi e scene
-Brokeback Mountain: non merita tutti i premi che ha vinto, un filmetto ben interpretato con belle montagne e laghi in cui l'amore sofferto e impossibile dei due amanti è più importante delle difficoltà del vivere gay
-Transamerica, discreta storia fra madre/padre e figlio in cui l'essere trans conta poco anche se viene raccontato il dramma di queste persone sfortunate
-Prime, piacevole commedia che mette in discussione il valore della psicanalisi e dei rapporti fra persone di età diverse
- Syriana, le porcate delle multinazionali del petrolio e dei regimi corrotti dei paesi produttori, ma con intrecci insopportabili e salti di palo in frasca come in Crash che esasperano lo spettatore
- Arrivederci amore ciao, grande Alessio Boni e Placido, per il resto una copia italiana di Pulp Fiction e casini vari in cui il protagonista è incredibilmente coinvolto

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