Tuesday, January 31, 2006

FIAT/EXXON - BILANCI E PETROLIO

Ciao
le notizie più interessanti del giorno sono relative

al ritorno in attivo della Fiat dopo tanti anni di vacche magre e di.....quasi fallimento.
La famiglia Agnelli, tornata al 30%, dopo aver corso il pericolo di venir scippata con la scalata dei furbetti del quartierino, nel momento in cui comunica un utile di 1,42 miliardi di euro nel 2005......emette bond (prestiti obbligazionari) da 500 a 1 miliardo di euro.
Speriamo che servano per ottimi investimenti e per il rilancio e non solo per allargare il buco del debito enorme che già hanno.

Anche Ford e General Motors sono a mal partito: comunicano licenziamenti di circa 30.000 persone a testa e perdite colossali nel 2005 (circa 8 miliardi di euro per la General Motors) in quanto hanno puntato sui SUV (gipponi) che consumano 1 litro di benzina ad ogni accelerata, inquinano da matti e occupano tanto spazio.
Gli americani giustamente non li comprano più mettendo in crisi i due giganti.
E' da ricordare cmq che gli americani pagano solo il costo di importazione più l'Iva americana senza l'aggiunta di tasse enormi che da noi possono incidere anche per il 75% del prezzo finale.

Gli americani sono incredibili, pieni di debiti, consumatori accaniti, inquinatori totali.
Sono costretti a consumare(e a diventare obesi) e indebitarsi per far girare non solo l'economia americana ma anche quella mondiale, dato che tutti (Europa, Cina, Giappone e tigri asiatiche) esportano alla grande nel mercato USA.

Vivono in parte grazie alla loro moneta usata come mezzo di scambio e di riserva.
Ecco perchè l'Iran vuole inaugurare a marzo la borsa petrolifera in euro a Teheran.
Lo voleva anche Saddam Hussein prima dell'invasione.
I debiti americani sono così alti che il dollaro potrebbe avere un ulteriore crollo destabilizzante per l'economia mondiale.

E' indebitato lo Stato americanoa seguito dell'amministrazione irresponsabile di Bush e della guerra in Iraq che costa l'iradiddio (oltre 1000 miliardi di dollari ).

E' in passivo la bilancia commerciale dato che il paese importa molto più di quello che esporta e sono superindebitati i cittadini americani che consumano tantissimo grazie ai debiti che contraggono nelle loro banche dando in garanzia le case di proprietà.

Questo credito continua alla grande essendo aumentati i valori grazie alla bolla immobiliare. Quando scoppia son dolori per tutti perchè gli americani non potranno contare più su tale credito bancario e le banche saranno a mal partito per essersi esposte così tanto e non avranno garanzie sufficienti.
Le banche finora fanno bilanci strepitosi, subito dopo le compagnie petroliferei ci sono infatti Citigroup, Bank of America, JP Morgan Chase e le altre grosse banche che guadagnano fino a
20 miliardi di dollari l'anno.
La nostra banca nazionale più grossa ad esempio guadagna solo 2 miliardi l'anno.

La parte del leone la fanno comunque le compagnie petrolifere.

La più grande società è la Exxon/Mobil che ha appena pubblicato i dati del 2005.
Impressionanti e da record: 36 miliardi di utili e 370 di fatturato.
Guadagna 80.000 dollari al minuto.
L'ENI che è la più grossa società italiana ha guadagnato l'anno scorso circa 7 miliardi.

Il PIL dell'Italia è intorno ai 1000 miliardi, significa solo tre volte il fatturato della Exxon/Mobil!

I cittadini di tutti i paesi del mondo sono costretti a pagare prezzi insostenibili per la benzina e tutti ce l'hanno con gli arabi, ma chi fa gli utili più strepitosi sono le compagnie petrolifere.
Più dei paesi produttori che cmq si stanno arricchendo e rinforzando notevolmente, Russia di Putin in testa che sta tornando, grazie al petrolio ed al controllo degli oleodotti ad essere la potenza mondiale di un tempo.
Le compagnie petrolifere sono capaci di condizionare anche le scelte politiche, avendo messo al comando della potenza USA un petroliere e come vicepresidente un costruttore di oleodotti.
La guerra in Afganistan prima e quella in Iraq dopo sono connesse a questi interessi.
Speriamo che la situazione non peggiori ulteriormente con l'aggravamento della situazione palestinese e con la politica iraniana del nuovo presidente.

No comments: