parlo di politica ed attualità, credo in modo anticonformista. Posso piacere o no, spero mi si riconosca la passione e la coerenza
Sunday, May 06, 2012
Perchè l'Italia è messa male e cosa fare per risalire la china
L'Italia è uscita distrutta dalla seconda guerra mondiale e 10 anni dopo era la sesta potenza economica mondiale grazie ad una generazione eccezionale.
La lira vinse l'oscar della moneta migliore, Cortina d'Ampezzo celebrò le Olimpiadi invernali nel 1956 e Roma una epica edizione di quelle estive nel 1960 quando nella stessa città c'era la "Dolce Vita" e centinaia di film venivano prodotti a Cinecittà, inclusi colossi americani come "Cleopatra" con Liz Taylor e Richard Burton.
Poi cominciarono le rivendicazioni sindacali, gli scioperi infiniti, il terrorismo e la grande corruzione politica con in testa la DC, il PSI e gli altri partiti alleati.
I politici facevano a gara a chi regalava più benefici e privilegi in cambio del voto.
Ci furono italiani che andarono in pensione a 29 anni! Centinaia di false pensioni di invalidità soprattutto al sud e spese pazze per lavori pubblici inutili, costosi e strapagati rispetto ai prezzi internazionali misero in ginocchio il bilancio dello stato ed il debito pubblico arrivò al 120% del PIL.
E da allora la musica non è cambiata, anzi è peggiorata perchè mentre prima miracolosamente l'industria italiana resistette per opera di valori imprenditori, la casta politica sempre più famelica pretese sempre più risorse e contemporaneamente l'introduzione dell'euro che non poteva essere svalutato come la lira e soprattutto la globalizzazione e l'entrata della Cina, misero KO l'impresa italiana.
L'Italia già sull'orlo del baratro, riuscì con Amato, Dini, Ciampi e Prodi che costrinsero gli italiani a grandi sacrifici, a prendere il treno dell'Europa e questo fu un fatto positivo perchè l'UNICA CERTEZZA che tuttora abbiamo in questo paese disgraziato, è quella di avere una moneta forte e bassi tassi di interesse che sono essenziali per un paese pieno di debiti e con una classe politica capace di farci perdere il 20% del valore della lira in pochi mesi.
Purtroppo quello che seguì fu un secondo disastro: la seconda repubblica subentrata a partire da Mani Pulite nel 1992, riuscì a raddoppiare in soli dieci anni, dal 2002 ad oggi il nostro debito pubblico passato da 1.900.000 miliardi di lire a 1.900 miliardi di euro.
Al campione di questo disastro, Berlusconi, dobbiamo anche la perdita del 50% del potere d'acquisto dato che al momento dell'entrata in vigore della nuova moneta,l'1.1.2002 non fece fare alcun controllo e non diede alcuna ammenda a quanti raddoppiarono i prezzi nel corso di pochi giorni mentre stipendi e salari rimasero fermi.
Oggi gli stupidi ed ingenui addossano tutto all'euro e vorrebbero l'abbandono e incolpano Prodi di aver perso la lira.
Ma la verità è molto diversa: dobbiamo ringraziare l'euro e Prodi e gli altri per avercelo procurato, ma non chi lo gestì poi: Berlusconi.
Oltre alla moneta, agli errori di Berlusconi, da noi c'è un paradosso incredibile: il costo del lavoro è fra i più alti nell'OCSE, ma gli stipendi e salari sono i più bassi, dato che fra datore di lavoro e lavoratore s'insinua lo stato strozzino che si fa pagare più del lavoratore stesso, a volte il doppio.
Perchè lo stato chiede tutti questi soldi agli imprenditori? Perchè in questo modo finanzia la sua enorme spesa pubblica che è metà del PIL!
La situazione divenne insostenibile e si arrivò al ridicolo e a volte drammatico.
Le liberalizzazioni del mercato del lavoro resero possibile l'uso di contratti atipici, a tempo determinato, interinale, part-time, cococo, cocopro, l'uso delle partite IVA, gli stage gratuiti, ecc....e con il loro uso molti imprenditori riuscirono a salvarsi, ma nel contempo misero sul lastrico un'intera generazione costretta a lavorare per quattro soldi, senza alcuna certezza e a volte in modo del tutto gratuito perchè si arrivò anche a queste assurdità.
Ci sono datori di lavoro furbetti e sfruttatori che approfittano dei poveretti senza lavoro e li pagano poco o niente, a volte arrivano perfino a chiedere loro dei soldi ai lavoratori.
E' successo a mia figlia: con la promessa di insegnarle il mestiere di fotografa, a Milano una furbetta la faceva lavorare 8 ore al giorno senza mai insegnarle niente; doveva mettere a posto il computer ed i programmi incasinati della furbetta che pretendeva anche di essere pagata 50 euro al mese, altrimenti per lavorare gratuitamente, mia figlia avrebbe dovuto essere a sua disposizione a tutte le ore, week-end incluso.
Mia figlia ha resistito anche troppo, circa due mesi e poi l'ha mandato a quel paese, ma quella si è sicuramente preso altre ragazze a lavorare gratuitamente per lei. Questo non deve succedere in un paese civile. Casi simili vanno denunciati e fermati perchè si tratta di purto sfruttamento a carico di poveri giovani ingenui.
Una generazione che non ha potere d'acquisto finisce per consumare poco e quindi manda in malora anche gli stessi imprenditori che non vendono più niente pur avendo risparmiato sul costo del lavoro con forme troppo spesso al limite dello scandaloso.
Inoltre i migliori e direi anche i più furbi se ne vanno all'estero e alle imprese nazionali rimangono quelli meno validi e questo fatto si ripercuote sulla qualità delle loro aziende, senza contare che in genere in Italia il merito non viene premiato e questo fatto contribuisce ulteriormente allo scadimento delle imprese.
Infine sono arrivati milioni di immigrati che hanno ulteriormente abbassato il costo del lavoro in quanto più disponibili a lavorare a qualsiasi condizione.
Tutto ciò non è comunque bastato perchè lo stato continua ad essere troppo esoso e l'imprenditore italiano non resiste, soprattutto quello che produce merci di bassa qualità e che mai potrebbe farcela a fronte del costo del lavoro bassissimo della Cina e di altri paesi del terzo mondo.
Cosa resta da fare?
Chiedere il ritorno della lira non servirebbe a salvare le imprese che producono robaccia perchè in ogni caso sarebbero superati dalla micidiale e spesso sleale concorrenza cinese che non rispetta i diritti d'autore ed i brevetti e che non concede ai propri lavoratori le protezioni sociali che ci sono da noi e che hanno un costo non indifferente.
Certamente non possiamo e non dobbiamo diventare come i lavoratori cinesi, ma bisogna prendere altre misure, pena il collasso del paese e dei suoi cittadini.
Bisogna che lo stato dimagrisca e riduca profondamente le sue spese in modo da poter diminuire le tasse sul lavoro e sulla previdenza sociale.
La grossa spesa dello stato non è quanto viene pagato per la casta politica che è troppo e scandaloso, ma non incide profondamente quanto la spesa per la sanitò, per i dipendenti pubblici e per le pensioni.
Non ci possiamo più permettere non solo le enormi ruberie ed i privilegi alla casta politica, nè la mastodontica macchina statale, ma neanche una sanità costosissima e quasi gratuita, sulla quale avviene il maggior furto da parte dei politici e dei loro complici, spesso annidati negli ospedali o nelle cliniche private.
Gli italiani non possono permettersi di andare dal medico e farsi prescrivere esami specialistici costosissimi spesso per pura paranoia o farsi dare tonnellate di medicine che poi magari vengono buttate alla scadenza senza essere state usate o usate in modo esagerato con danni per la salute.
Esami, interventi e medicine vanno concessi solo se strettamente necessari e si devono pagare molto più di adesso in modo da scoraggiare spese e sprechi inutili.
L'altro grosso capitolo è quello delle pensioni: vanno ricalcolate tutte e pagate in base al sistema contributivo, cioè ognuno deve ricevere per quello che ha pagato e non in base all'ultimo stipendio o a quello degli ultimi anni.
Perchè si devono regalare ai pensionati e pagar loro più di quanto hanno pagato durante la loro vita lavorativa?
E poi vanno passate al setaccio tutte le pensioni di invalidità perchè è ora di finirla con i falsi ciechi e invalidi e coi parenti che percepiscono per anni la pensione dei loro genitori morti.
Non può essere che tutto il sud abbia una percentuale di invalidi superiore ai ricoverati a Cotolengo.
Per i defunti basta un semplice avviso delle anagrafi comunali all'INPS!
E naturalmente stregua lotta all'evasione. Multe forti e chiusure degli esercizi che non emettono gli scontrini fiscali, ma multe anche ai clienti che non chiedono il medesimo scontrino.
E poi deducibilità di molte spese in modo che tutti abbiano la convenienza a chiedere e pretendere la fattura.
Ed il fisco deve incrociare le deduzioni dei clienti con le dichiarazioni degli emittenti in modo da beccare i furbetti. Migliaia di dipendenti pubblici che si grattano la panza dovrebbere essere dirottati al Ministero delle Finanze e devono lavorare coi computer per beccare gli evasori.
Inoltre controlli nei cantieri di lavoro, nelle fabbriche, nei negozi per beccare il lavoro nero che deve sparire da questo paese perchè tutti devono pagare i contributi e se tutti li pagano questi possono scendere.
Insomma l'Italia deve diventare un paese normale, come tutti i paesi OCSE dove il sommerso, il nero è al minimo e non al massimo come da noi. Altrimenti spariamo in pochi anni.
E poi basta con gli imprenditori che dichiarano meno dei propri dipendenti o negozi che dichiarano redditi ridicoli: in questo caso lo stato deve imporre loro la chiusura.
Io sono favorevole anche alla delazione degli evasori ed un premio fiscale a chi contribuisce a beccare i furbetti. Questo sistema è adottato in paesi civilissimi ed ottiene ottimi risultati, non è bello ma in Italia al momento è necessario. Inutile stare a scoppiare di rabbia per il riccone che vive in casa popolare, col figlio che non paga le tasse universitarie perchè risulta di basso reddito. Va denunciato al fisco e la sua denuncia va premiata. Se vogliamo sopravvivere bisogna stoppare il folto pianeta dei furbetti che praticamente vivono alle spalle degli altri che hanno tutto il diritto di ribellarsi e di fargliela pagare.
Il taglio delle spese deve essere significativo e non simbolico come si sta cercando di fare negli ultimi tempi.
E non parlo solo della casta politica che deve essere dimezzata nel numero e nei compensi e privilegi, ma anche dell'enorme spreco che avviene in molteplici direzioni: la struttura amministrativa con ben 3,5 milioni di dipendenti pubblici che non ci possiamo permettere e quindi bisogna procedere a drastici tagli e naturalmente l'abolizione non solo delle province e delle auto blu, ma anche di altre istituzioni inutili e costose ed i sussidi ai giornali, teatri, partiti e migliaia di altre bocche fameliche e parassite che non danno niente di utile al paese ma lo costringono al collasso.
Bisogna rendere possibile la creazione di posti di lavoro, riducendo al minimo il costo del lavoro e invogliando gli investimenti stranieri, sveltendo la giustizia italiana che è il secondo motivo per cui le aziende straniere non vengono ad investire da noi.
Bisogna puntare sulla produzione di merci di qualità come i prodotti di lusso destinati ai ricchi del pianeta che oramai sono centinaia di milioni anche in paesi come l'India, Russia e Cina e che sono disposti a pagare qualsiasi prezzo per buoni prodotti di qualità e non la robaccia che sarebbe sempre più costosa di quella cinese anche col ritorno della lira.
E poi bisogna far scendere il debito pubblico perchè gli interessi che paghiamo ci tolgono troppe risorse.
Se la situazione dovesse avvitarsi, bisogna concordare un rimborso ridotto dei nostri titoli di stato come fatto dall'Argentina e dalla Grecia e non emetterne più di nuovi dato che bisogna rispettare il pareggio del bilancio.
Se lo stato fa la sua parte, tagliando sulle spese e facendo scendere le imposte sul lavoro, le imprese potranno ricominciare a pagare decentemente i lavoratori italiani e sopravvivere e devono farlo con leggi apposite che impongano un minimo salariale decente. Nessuno deve più lavorare per quattro denari o gratuitamente!
Più lavoro, più stipendi, più consumi, più sviluppo. E da questa catena positiva arrivano anche le risorse allo stato sotto forma di imposte dirette e indirette.
Altrimenti, inutile nascondercelo, questo paese è destinato al crack inevitabile e ne farebbero la spesa non solo i poveracci che si suicidano oggi, ma milioni di pensionati e lavoratori pubblici che si troverebbero dall'oggi al domani senza reddito ed un paese nell'abisso con scarse possibilità di risalita.
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