Friday, August 11, 2006

TERRORISMO ISLAMICO

Ciao
ci risiamo con gli attentati islamici ai danni dell'Occidente.
Sono una reazione alle politiche israeliane di persecuzione nei confronti dei palestinesi e dell'aggressione al Libano o una continuazione di quanto già espresso con l'attentato alle torre gemelle, di Londra e Madrid?
Propendo per la seconda ipotesi, dato che il progetto era vecchio e si doveva attuare nel giorno simbolico dell'11 agosto anche se la determinazione e l'odio cresciuto per il comportamento forsennato di Israele può aver accelerato il progetto.
Inoltre sono sempre islamici di seconda e terza generazione nati in Inghilterra.
Così ripagano il paese che li ha accolti e dato loro un futuro.
A questo punto anche noi dobbiamo stare attenti con i nostri immigrati, ma soprattutto con le famigerate moschee dove queste persone vendono indottrinate, dove viene insegnato l'odio e reclutati i martiri suicidi.
Ecco cosa scrive Magdi Allam, giornalista italo-egiziano, vice presidente del Corriere della Sera:
"La realtà è che anche in Italia è radicata la «fabbrica del terrore» che ha prodotto i kamikaze di Londra. Alimentata da una rete di moschee dove si predica la distruzione di Israele e si legittima il terrorismo palestinese, iracheno e afghano, gestite dall’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia, affiliata ai Fratelli Musulmani), dall’organizzazione radicale marocchina «Giustizia e carità», dal movimento dei Tabligh (Predicazione) influente tra i pachistani. Eppure continuiamo a far finta di niente. Ci preoccupiamo di scongiurare l’attentato, che è la punta dell’iceberg, ma non ci vogliamo occupare dell’iceberg, che è la «fabbrica del terrore». Questo è il più grave errore in cui sono incorsi i nostri servizi segreti e gli apparati di sicurezza. Che, oltretutto, sono in seria difficoltà, con una credibilità internazionale messa indubbio da inchieste e incertezze politiche. Possiamo soltanto incrociare le dita, augurandoci che quanto è successo a Londra non accada mai in Italia".

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