Tuesday, August 22, 2006

L'IMMIGRAZIONE E'UNA RICCHEZZA O UN RISCHIO?

Ciao
secondo studi americani l'immigrazione rappresenta una ricchezza in quanto apporta giovani forze che entrano nella produzione e che consumano quanto guadagnano incrementando lo sviluppo dell'economia.
Son d'accordo, ma accanto ai giovani per congiungimento famigliare entrano a volte anche gli anziani genitori che assieme ai figli costituiscono solo costi sociali.
Inoltre bisogna distinguere il grado di istruzione e preparazione tecnica degli immigrati.
E' chiaro che dare ospitalità ad un laureato in discipline ricercate (ingegneri, ricercatori, informatici, matematici, ecc..) è una ricchezza enorme che il paese riceve in regalo dato che l'istruzione di un singolo laureato costa alla famiglia ed allo stato cifre enormi.
L'Italia ad esempio regala tutti gli anni migliaia di laureati ad altri paesi europei ed agli USA
mentre accoglie migliaia di laureati che vengono impiegati non per la loro specialità di studi ma per lavori di bassa lega.
La parte degli immigrati privi di studi qualificati vanno a svolgere lavori gravosi che spesso gli italiani non sono più disposti a svolgere anche se in questo campo ci sono contestazioni.
Secondo alcuni, vedi il blog di Beppe Grillo di ieri 22/8, questi lavori non esisterebbero, ossia gli italiani sarebbero disposti a fare qualsiasi lavoro, data la disoccupazione imperante e la precarietà del posto di lavoro di questi ultimi anni in Italia.
Tralasciando per un momento questo problema, bisogna porsi quello dei figli di questi immigrati che oltre a costituire un costo sociale sicuramente non andranno a fare i mestieri dei genitori, ma nati o cresciuti in Italia faranno concorrenza ai coetanei italiani o andranno ad ingrossare le file dei disoccupati nelle periferie cittadine, costituendo quella bomba sociale che abbiamo visto esplodere in Francia nei mesi passati.
Che prospettive possono avere questi giovani se le fabbriche vengono sistematicamente chiuse ed aperte in altri paesi dove il costo del lavoro è molto più basso?
Si fa presto a parlare di razzismo quando si affrontano questi temi, invece qui non si tratta di sostenere che una razza è superiore ad un'altra (questo è razzismo) , ma di difendere la vivibilità e la stabilità sociale di un paese, messe a rischio da un'immigrazione non controllata.
E' vero che l'Italia sta diventando un paese di vecchi che senza questo apporto di giovani rischia di non riuscire ad andare avanti, ma è anche vero che abbiamo già una densità di popolazione fra le più alte al mondo, con tanta disoccupazione e lavoro instabile.
Gli animali difendono il loro territorio e non fanno entrare intrusi in quanto ne va della loro sopravvivenza. Perchè non dovremmo fare altrettanto? Questo non è razzismo, ma difesa.
Molti paesi attuano questa difesa senza porsi gli scrupoli che noi ci facciamo venire.
Perchè i nordafricani non sbarcano a Malta ma solo a Lampedusa?
E' umano soccorrere i disgraziati che rischiano la vita in mare, ma farlo sistematicamente senza altre misure significa fare da tam-tam per altri viaggi che infatti si susseguono uno dietro l'altro.
Perchè solo pochi e ben qualificati lavoratori possono emigrare in Australia o Nuova Zelanda?
Sostenere che dobbiamo accettare l'immigrazione solo perchè l'Italia è stato un paese che ha inviato milioni di emigranti agli altri paesi, mi sembra un po' fuori fuorviante.
Innanzitutto sarebbe come sostenere che le colpe dei padri devono ricadere sui figli.
Cosa centrano queste generazioni con quelle precedenti?
In secondo luogo i nostri emigranti, a parte qualche eccezione, si sono integrati bene e non hanno creato i problemi che già si vedono da noi, dovute al fatto che qui subentrano culture e mentalità troppo diverse per poter convivere.
Insomma dato il particolare momento congiunturale dell'economia dovuto alla globalizzazione credo che l'immigrazione forsennata odierna cui stiamo assistendo, sia un errore cui porre rimedio perchè in prospettiva va a creare una bomba a scoppio ritardato.
Bisogna invece aiutare lo sviluppo di quei paesi per impedire la fuga dei loro giovani.
Se i nostri padroncini si lamentano perchè non trovano operai, perchè non vanno ad impiantare le lore industrie nei paesi dove gli operai ci sono in quantità esuberante?
A mio parere l'Europa si dovrebbe impegnare in un piano Marshall a sostegno dell'Africa e altrettanto dovrebbe fare gli USA nei confronti dell'America latina.
Spero che discutere di questo problema odierno non costituisca l'occasione per scambiarsi accuse di razzismo o qualsivoglia.
Dobbiamo renderci conto che impostare nel modo giusto questa problematica, significa creare le premesse di come sarà il futuro del nostro paese.
Avere un paese multietnico è una bella immagine, ma pensiamo anche ai problemi connessi.
Mi pare che gli USA, Francia, Inghilterra non ci sono riusciti molto bene, perchè dovremmo riuscirci noi? Magari la fantasia italiana riuscirà a trovare nuove soluzioni che non siano solo belle parole: siamo tutti uguali, con gli stessi diritti, vogliamoci bene.
I fatti di cronaca nera di questi giorni ci dicono esattamente l'opposto.

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