Ciao
secondo studi americani l'immigrazione rappresenta una ricchezza in quanto apporta giovani forze che entrano nella produzione e che consumano quanto guadagnano incrementando lo sviluppo dell'economia.
Son d'accordo, ma accanto ai giovani per congiungimento famigliare entrano a volte anche gli anziani genitori che assieme ai figli costituiscono solo costi sociali.
Inoltre bisogna distinguere il grado di istruzione e preparazione tecnica degli immigrati.
E' chiaro che dare ospitalità ad un laureato in discipline ricercate (ingegneri, ricercatori, informatici, matematici, ecc..) è una ricchezza enorme che il paese riceve in regalo dato che l'istruzione di un singolo laureato costa alla famiglia ed allo stato cifre enormi.
L'Italia ad esempio regala tutti gli anni migliaia di laureati ad altri paesi europei ed agli USA
mentre accoglie migliaia di laureati che vengono impiegati non per la loro specialità di studi ma per lavori di bassa lega.
La parte degli immigrati privi di studi qualificati vanno a svolgere lavori gravosi che spesso gli italiani non sono più disposti a svolgere anche se in questo campo ci sono contestazioni.
Secondo alcuni, vedi il blog di Beppe Grillo di ieri 22/8, questi lavori non esisterebbero, ossia gli italiani sarebbero disposti a fare qualsiasi lavoro, data la disoccupazione imperante e la precarietà del posto di lavoro di questi ultimi anni in Italia.
Tralasciando per un momento questo problema, bisogna porsi quello dei figli di questi immigrati che oltre a costituire un costo sociale sicuramente non andranno a fare i mestieri dei genitori, ma nati o cresciuti in Italia faranno concorrenza ai coetanei italiani o andranno ad ingrossare le file dei disoccupati nelle periferie cittadine, costituendo quella bomba sociale che abbiamo visto esplodere in Francia nei mesi passati.
Che prospettive possono avere questi giovani se le fabbriche vengono sistematicamente chiuse ed aperte in altri paesi dove il costo del lavoro è molto più basso?
Si fa presto a parlare di razzismo quando si affrontano questi temi, invece qui non si tratta di sostenere che una razza è superiore ad un'altra (questo è razzismo) , ma di difendere la vivibilità e la stabilità sociale di un paese, messe a rischio da un'immigrazione non controllata.
E' vero che l'Italia sta diventando un paese di vecchi che senza questo apporto di giovani rischia di non riuscire ad andare avanti, ma è anche vero che abbiamo già una densità di popolazione fra le più alte al mondo, con tanta disoccupazione e lavoro instabile.
Gli animali difendono il loro territorio e non fanno entrare intrusi in quanto ne va della loro sopravvivenza. Perchè non dovremmo fare altrettanto? Questo non è razzismo, ma difesa.
Molti paesi attuano questa difesa senza porsi gli scrupoli che noi ci facciamo venire.
Perchè i nordafricani non sbarcano a Malta ma solo a Lampedusa?
E' umano soccorrere i disgraziati che rischiano la vita in mare, ma farlo sistematicamente senza altre misure significa fare da tam-tam per altri viaggi che infatti si susseguono uno dietro l'altro.
Perchè solo pochi e ben qualificati lavoratori possono emigrare in Australia o Nuova Zelanda?
Sostenere che dobbiamo accettare l'immigrazione solo perchè l'Italia è stato un paese che ha inviato milioni di emigranti agli altri paesi, mi sembra un po' fuori fuorviante.
Innanzitutto sarebbe come sostenere che le colpe dei padri devono ricadere sui figli.
Cosa centrano queste generazioni con quelle precedenti?
In secondo luogo i nostri emigranti, a parte qualche eccezione, si sono integrati bene e non hanno creato i problemi che già si vedono da noi, dovute al fatto che qui subentrano culture e mentalità troppo diverse per poter convivere.
Insomma dato il particolare momento congiunturale dell'economia dovuto alla globalizzazione credo che l'immigrazione forsennata odierna cui stiamo assistendo, sia un errore cui porre rimedio perchè in prospettiva va a creare una bomba a scoppio ritardato.
Bisogna invece aiutare lo sviluppo di quei paesi per impedire la fuga dei loro giovani.
Se i nostri padroncini si lamentano perchè non trovano operai, perchè non vanno ad impiantare le lore industrie nei paesi dove gli operai ci sono in quantità esuberante?
A mio parere l'Europa si dovrebbe impegnare in un piano Marshall a sostegno dell'Africa e altrettanto dovrebbe fare gli USA nei confronti dell'America latina.
Spero che discutere di questo problema odierno non costituisca l'occasione per scambiarsi accuse di razzismo o qualsivoglia.
Dobbiamo renderci conto che impostare nel modo giusto questa problematica, significa creare le premesse di come sarà il futuro del nostro paese.
Avere un paese multietnico è una bella immagine, ma pensiamo anche ai problemi connessi.
Mi pare che gli USA, Francia, Inghilterra non ci sono riusciti molto bene, perchè dovremmo riuscirci noi? Magari la fantasia italiana riuscirà a trovare nuove soluzioni che non siano solo belle parole: siamo tutti uguali, con gli stessi diritti, vogliamoci bene.
I fatti di cronaca nera di questi giorni ci dicono esattamente l'opposto.
parlo di politica ed attualità, credo in modo anticonformista. Posso piacere o no, spero mi si riconosca la passione e la coerenza
Tuesday, August 22, 2006
GLOBALIZZAZIONE E IMMIGRAZIONE
CIAO
l'Africa povera continua a scaricarci ogni giorno centinaia di disperati in cerca di nuove opportunità di vita.
Alcuni perdono la vita in questo tentativo, altri finiscono nelle maglie della criminalità, i più vengono sfruttati da padroncini che li sottopagano per lavori pesanti che gli italiani non vogliono più fare.
L'Europa, l'Italia in particolare, vecchia e decadente, ha bisogno di questi giovani per assicurare la copertura di molti incarichi tra i quali quello importante delle badanti.
Il problema si sposta ai figli di questi immigrati necessari.
Questi crescono e nascono italiani, non faranno più i mestieri dei genitori e andranno ad ingrossare le schiere dei disoccupati nelle periferie o nei centri storici disastrati delle nostre città.
La Francia ha fatto vedere cosa succede con questi ragazzi senza prospettive di lavoro e di inserimento. Basta una piccola provocazione per scatenarli e mettere a soqquadro la sicurezza del paese.
Le fabbriche chiudono e si trasferiscono in paesi lontani e più convenienti dove il costo del lavoro è ridicolo.
Purtroppo pochi di questi investimenti arrivano dove servono di più: l'Africa, il Sud America principali paesi esportatori di poveri emigranti.
La Libia si trova questa massa di disperati che premono ai suoi confini e si imbarcano sulle carrette della disperazione in direzione Lampedusa.
I trafficanti guadagnano sulla pelle di questi poveracci che noi accogliamo con poche prospettive, invocando l'aiuto dell'Europa.
Ogni giorno ci sono fatti di cronaca nera che ci indicano l'immigrante quale l'attore del nuovo delitto: assassini, stupri, violenze di ogni tipo.
L'effetto sarà un'ondata di razzismo e xenofobia nei loro confronti e probabili leggi per contenere l'afflusso.
Il problema dovrebbe invece essere affrontato alla fonte.
Invece di spendere migliaia di miliardi per contenere una guerra infinita fra ebrei e arabi o per invadere e bombardare interi paesi, bisognerebbe impiegare questi soldi per portare sviluppo e lavoro nei paesi poveri dell'Africa e Sud America.
Non avverrà e ci troveremo l'Europa invasa ed in preda ad una destabilizzazione continua con effetti imprevedibili, ma sicuramente di invivibilità come già i fatti francesi, i terroristi londinesi di origine mussulmana ed i fatti di cronaca nera di ogni giorno in Italia fanno intravvedere.
l'Africa povera continua a scaricarci ogni giorno centinaia di disperati in cerca di nuove opportunità di vita.
Alcuni perdono la vita in questo tentativo, altri finiscono nelle maglie della criminalità, i più vengono sfruttati da padroncini che li sottopagano per lavori pesanti che gli italiani non vogliono più fare.
L'Europa, l'Italia in particolare, vecchia e decadente, ha bisogno di questi giovani per assicurare la copertura di molti incarichi tra i quali quello importante delle badanti.
Il problema si sposta ai figli di questi immigrati necessari.
Questi crescono e nascono italiani, non faranno più i mestieri dei genitori e andranno ad ingrossare le schiere dei disoccupati nelle periferie o nei centri storici disastrati delle nostre città.
La Francia ha fatto vedere cosa succede con questi ragazzi senza prospettive di lavoro e di inserimento. Basta una piccola provocazione per scatenarli e mettere a soqquadro la sicurezza del paese.
Le fabbriche chiudono e si trasferiscono in paesi lontani e più convenienti dove il costo del lavoro è ridicolo.
Purtroppo pochi di questi investimenti arrivano dove servono di più: l'Africa, il Sud America principali paesi esportatori di poveri emigranti.
La Libia si trova questa massa di disperati che premono ai suoi confini e si imbarcano sulle carrette della disperazione in direzione Lampedusa.
I trafficanti guadagnano sulla pelle di questi poveracci che noi accogliamo con poche prospettive, invocando l'aiuto dell'Europa.
Ogni giorno ci sono fatti di cronaca nera che ci indicano l'immigrante quale l'attore del nuovo delitto: assassini, stupri, violenze di ogni tipo.
L'effetto sarà un'ondata di razzismo e xenofobia nei loro confronti e probabili leggi per contenere l'afflusso.
Il problema dovrebbe invece essere affrontato alla fonte.
Invece di spendere migliaia di miliardi per contenere una guerra infinita fra ebrei e arabi o per invadere e bombardare interi paesi, bisognerebbe impiegare questi soldi per portare sviluppo e lavoro nei paesi poveri dell'Africa e Sud America.
Non avverrà e ci troveremo l'Europa invasa ed in preda ad una destabilizzazione continua con effetti imprevedibili, ma sicuramente di invivibilità come già i fatti francesi, i terroristi londinesi di origine mussulmana ed i fatti di cronaca nera di ogni giorno in Italia fanno intravvedere.
Thursday, August 17, 2006
PACE IN LIBANO
Ciao
Finalmente è arrivata la tregua in Libano, speriamo che regga e porti ad una vera pace!Le forze ONU, fra le quali saranno inclusi i nostri soldati, non dovrebbero occuparsi di togliere le armi agli hezbollah, compito forse riservato all'esercio libanese che sta inviando in loco 15.000 soldati, integrati più tardi da altrettanti delle forze ONU in sostituzione dei partenti soldati israeliani.Soniora, capo del governo libanese, sostiene che gli Hezbollah hanno accettato la risoluzione ONU e pare intenzionato ad integrare queste forze militari all'esercito libanese. Israele sarà d'accordo?Purtroppo temo di no e temo una ripresa dei combattimenti con le forze ONU in mezzo a beccarsi le granate d'Israele.Non sarebbe la prima volta, dopo i quattro osservatori ONU uccisi, non per incidente, ma per sua decisione per togliere testimoni di mezzo, nonostante le smentite e scuse.La reputazione internazionale d'Israele è già compromessa dopo questa brutale aggressione al Libano e gli israeliani sono determinati a togliere di mezzo gli hezbollah, costi quel che costi.Purtroppo questo paese che avrebbe diritto ad esistere in sicurezza, come i palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza che hanno diritto ad un loro stato, continua la sua politica arrogante ed aggressiva a spese dei vicini, non completamente innocenti, ma esasperati da troppe ingiustizie.Son d'accordo con Dalema, sia per la sua visita a Beirut dove ha visitato i quartieri sciiti bombardati in compagnia di un parlamentare hezbollah (perchè no, dato che è la seconda forza politica del paese con il 35% dei voti?), sia per l'auspicio all'integrazione di questi nell'esercito libanese, sia la sua considerazione che il vero problema e causa di tutto quello che è avvenuto è il problema palestinese, avendo il Libano ben mezzo milione di rifugiati palestinesi che vorrebbero tornare in una Palestina costituita a stato indipendente.Israele può pretendere di togliere le armi agli hezbollah a condizione di un suo impegno solenne a non invadere più il Libano, altrimenti, per parità, si potrebbe pretendere di togliere le armi ad Israele stesso, l'altro contendente, il che appare assurdo e irrealizzabile.Ci sono tutti i presupposti perchè le cose non vadano bene, spero di essere smentito dalla realtà dei fatti.
Finalmente è arrivata la tregua in Libano, speriamo che regga e porti ad una vera pace!Le forze ONU, fra le quali saranno inclusi i nostri soldati, non dovrebbero occuparsi di togliere le armi agli hezbollah, compito forse riservato all'esercio libanese che sta inviando in loco 15.000 soldati, integrati più tardi da altrettanti delle forze ONU in sostituzione dei partenti soldati israeliani.Soniora, capo del governo libanese, sostiene che gli Hezbollah hanno accettato la risoluzione ONU e pare intenzionato ad integrare queste forze militari all'esercito libanese. Israele sarà d'accordo?Purtroppo temo di no e temo una ripresa dei combattimenti con le forze ONU in mezzo a beccarsi le granate d'Israele.Non sarebbe la prima volta, dopo i quattro osservatori ONU uccisi, non per incidente, ma per sua decisione per togliere testimoni di mezzo, nonostante le smentite e scuse.La reputazione internazionale d'Israele è già compromessa dopo questa brutale aggressione al Libano e gli israeliani sono determinati a togliere di mezzo gli hezbollah, costi quel che costi.Purtroppo questo paese che avrebbe diritto ad esistere in sicurezza, come i palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza che hanno diritto ad un loro stato, continua la sua politica arrogante ed aggressiva a spese dei vicini, non completamente innocenti, ma esasperati da troppe ingiustizie.Son d'accordo con Dalema, sia per la sua visita a Beirut dove ha visitato i quartieri sciiti bombardati in compagnia di un parlamentare hezbollah (perchè no, dato che è la seconda forza politica del paese con il 35% dei voti?), sia per l'auspicio all'integrazione di questi nell'esercito libanese, sia la sua considerazione che il vero problema e causa di tutto quello che è avvenuto è il problema palestinese, avendo il Libano ben mezzo milione di rifugiati palestinesi che vorrebbero tornare in una Palestina costituita a stato indipendente.Israele può pretendere di togliere le armi agli hezbollah a condizione di un suo impegno solenne a non invadere più il Libano, altrimenti, per parità, si potrebbe pretendere di togliere le armi ad Israele stesso, l'altro contendente, il che appare assurdo e irrealizzabile.Ci sono tutti i presupposti perchè le cose non vadano bene, spero di essere smentito dalla realtà dei fatti.
Monday, August 14, 2006
BARBARIE ISLAMICA
Ciao
la povera ragazza pakistana di 21 di Brescia ammazzata dal padre e altri parenti perchè viveva all'italiana, con fidanzato italiano, vestiti italiani,ecc.. fa capire se ce ne fosse ancora bisogno, il pericolo che corriamo ad accogliere questa gente a casa nostra.
Naturalmente i soliti stupidi mi accuseranno di razzismo e dovrebbero invece meditare su questo orribile fatto di cronaca e chiedersi se la loro apertura mentale nei confronti degli islamici sia opportuna.
Certamente di sono migliaia di mussulmani che si adattano, ma quanti invece ci regaleranno chicche di questo tipo e costringeranno i figli, magari con padre o madre italiana a pratiche orribili come l'infibulazione.
C'è il cosidetto onore, di triste memoria sicula, a base di questo orrendo crimine.
L'onore della famiglia pakistana è stato infranto e si poteva ripristinare solo con l'uccisione della povera ragazza.
Ora questo onore ripristinato va lavato con ergastoli a vita a carico del padre e degli altri complici, a dimostrazione che l'Italia non accetta questi crimini medioevali e a monito di chi si appresta a ripeterli nel nostro paese.
la povera ragazza pakistana di 21 di Brescia ammazzata dal padre e altri parenti perchè viveva all'italiana, con fidanzato italiano, vestiti italiani,ecc.. fa capire se ce ne fosse ancora bisogno, il pericolo che corriamo ad accogliere questa gente a casa nostra.
Naturalmente i soliti stupidi mi accuseranno di razzismo e dovrebbero invece meditare su questo orribile fatto di cronaca e chiedersi se la loro apertura mentale nei confronti degli islamici sia opportuna.
Certamente di sono migliaia di mussulmani che si adattano, ma quanti invece ci regaleranno chicche di questo tipo e costringeranno i figli, magari con padre o madre italiana a pratiche orribili come l'infibulazione.
C'è il cosidetto onore, di triste memoria sicula, a base di questo orrendo crimine.
L'onore della famiglia pakistana è stato infranto e si poteva ripristinare solo con l'uccisione della povera ragazza.
Ora questo onore ripristinato va lavato con ergastoli a vita a carico del padre e degli altri complici, a dimostrazione che l'Italia non accetta questi crimini medioevali e a monito di chi si appresta a ripeterli nel nostro paese.
Friday, August 11, 2006
TERRORISMO ISLAMICO
Ciao
ci risiamo con gli attentati islamici ai danni dell'Occidente.
Sono una reazione alle politiche israeliane di persecuzione nei confronti dei palestinesi e dell'aggressione al Libano o una continuazione di quanto già espresso con l'attentato alle torre gemelle, di Londra e Madrid?
Propendo per la seconda ipotesi, dato che il progetto era vecchio e si doveva attuare nel giorno simbolico dell'11 agosto anche se la determinazione e l'odio cresciuto per il comportamento forsennato di Israele può aver accelerato il progetto.
Inoltre sono sempre islamici di seconda e terza generazione nati in Inghilterra.
Così ripagano il paese che li ha accolti e dato loro un futuro.
A questo punto anche noi dobbiamo stare attenti con i nostri immigrati, ma soprattutto con le famigerate moschee dove queste persone vendono indottrinate, dove viene insegnato l'odio e reclutati i martiri suicidi.
Ecco cosa scrive Magdi Allam, giornalista italo-egiziano, vice presidente del Corriere della Sera:
"La realtà è che anche in Italia è radicata la «fabbrica del terrore» che ha prodotto i kamikaze di Londra. Alimentata da una rete di moschee dove si predica la distruzione di Israele e si legittima il terrorismo palestinese, iracheno e afghano, gestite dall’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia, affiliata ai Fratelli Musulmani), dall’organizzazione radicale marocchina «Giustizia e carità», dal movimento dei Tabligh (Predicazione) influente tra i pachistani. Eppure continuiamo a far finta di niente. Ci preoccupiamo di scongiurare l’attentato, che è la punta dell’iceberg, ma non ci vogliamo occupare dell’iceberg, che è la «fabbrica del terrore». Questo è il più grave errore in cui sono incorsi i nostri servizi segreti e gli apparati di sicurezza. Che, oltretutto, sono in seria difficoltà, con una credibilità internazionale messa indubbio da inchieste e incertezze politiche. Possiamo soltanto incrociare le dita, augurandoci che quanto è successo a Londra non accada mai in Italia".
ci risiamo con gli attentati islamici ai danni dell'Occidente.
Sono una reazione alle politiche israeliane di persecuzione nei confronti dei palestinesi e dell'aggressione al Libano o una continuazione di quanto già espresso con l'attentato alle torre gemelle, di Londra e Madrid?
Propendo per la seconda ipotesi, dato che il progetto era vecchio e si doveva attuare nel giorno simbolico dell'11 agosto anche se la determinazione e l'odio cresciuto per il comportamento forsennato di Israele può aver accelerato il progetto.
Inoltre sono sempre islamici di seconda e terza generazione nati in Inghilterra.
Così ripagano il paese che li ha accolti e dato loro un futuro.
A questo punto anche noi dobbiamo stare attenti con i nostri immigrati, ma soprattutto con le famigerate moschee dove queste persone vendono indottrinate, dove viene insegnato l'odio e reclutati i martiri suicidi.
Ecco cosa scrive Magdi Allam, giornalista italo-egiziano, vice presidente del Corriere della Sera:
"La realtà è che anche in Italia è radicata la «fabbrica del terrore» che ha prodotto i kamikaze di Londra. Alimentata da una rete di moschee dove si predica la distruzione di Israele e si legittima il terrorismo palestinese, iracheno e afghano, gestite dall’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia, affiliata ai Fratelli Musulmani), dall’organizzazione radicale marocchina «Giustizia e carità», dal movimento dei Tabligh (Predicazione) influente tra i pachistani. Eppure continuiamo a far finta di niente. Ci preoccupiamo di scongiurare l’attentato, che è la punta dell’iceberg, ma non ci vogliamo occupare dell’iceberg, che è la «fabbrica del terrore». Questo è il più grave errore in cui sono incorsi i nostri servizi segreti e gli apparati di sicurezza. Che, oltretutto, sono in seria difficoltà, con una credibilità internazionale messa indubbio da inchieste e incertezze politiche. Possiamo soltanto incrociare le dita, augurandoci che quanto è successo a Londra non accada mai in Italia".
Wednesday, August 09, 2006
I VERI MOTIVI DELL'AGGRESSIONE AL LIBANO
Non capisco perchè Israele è andato a bombardare Beirut e distruggere le infrastrutture del Libano, ponti, strade, la centrale elettrica che ha fatto fuoriuscire in mare 30 mila tonnellate di olio combustibile che sta provocando un disastro ecologico nell'intero Mediterraneo orientale.Se il problema erano gli hezbollah del sud del Libano, potevano limitarsi a prendersela con quelli.Pertanto credo che il motivo sia un altro: dare un segnale ai palestinesi, Siria, Iran e tutti i paesi islamici della potenza di Israele e della sua determinazione a essere intransigenti nel caso si permettessero politiche e azioni non in linea con quelle di Israele e degli USA.Per esempio il problema del nucleare con l'Iran che guarda caso ha scadenza a fine agosto per la fine dell'arricchimento dell'uranio, pena sanzioni. Intanto si sono impossessati anche delle preziose acque del fiume Litani a Sud del Libano.
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