Saturday, May 16, 2020

MANI PULITE PER NON DIMENTICARE

Il più grande scandalo politico italiano fu "Mani Pulite" un'inchiesta di cinque giudici fra i quali il più famoso fu Antonio di Pietro che dal 1992 al 1994 portò alla luce la corruzione di tangenti pagate da imprenditori a politici e partiti italiani che portò all'arresto di 1.300 persone e al suicidio di decine di imputati coinvolti,

alla fine della prima Repubblica, al crollo e scomparsa dei partiti tradizionali italiani, dalla Democrazia Cristiana al Partito Socialista che avevano governato il paese dal dopoguerra in poi.

Solo il vecchio Partito Comunista Italiano che poi cambiò nome uscì con pochi danni mentre due altri partiti la Lega Nord di Umberto Bossi e Forza Italia dell'imprenditore mediatico Silvio Berlusconi approfittarono della crisi per diventare i nuovi partiti di riferimento con alterne fortune, alleanze e rotture. Silvio Berlusconi nel 1994 fondè il suo partito e vinse le elezioni che lo portarono al governo con la Lega, ma questa lo fece cadere dopo sei mesi a causa della riforma sulle pensioni.

Berlusconi venne incriminato più volte dallo stesso pool di magistrati di Mani Pulite e per difendersi, accusò di vari crimini alcuni magistrati, soprattutto Antonio di Pietro ma perse tutte le cause. Di seguito il magistrato dopo tutte le accuse mossegli si dimise per affrontare i giudizi, divenne ministro in un paio di governi e fondò un suo partito, l'Italia dei Valori che rimase in vita per una decina di anni ma arrivò al massimo al 7% dei voti.

Si calcola che per colpa della corruzione, l'Italia aumentò il suo debito pubblico dai 75 ai 125 miliardi di euro e procurò perdite di 5 miliardi di  euro all'anno. Alcune opere pubbliche come la costruzione della linea 3 della metropolitana di Milano e lo stadio Meazza, quello dell'Inter Milano e Milan AC costarono quattro volte di più rispetto ad analoghe opere in altri stati europei, per effetto delle tangenti.

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